“L’eroica” per sfidare sé stessi

L’Eroica: eccellenza italiana basata su amore per ciclismo sano, scoperta di paesaggi incantevoli e relazioni umane genuine. La rete di strade bianche che percorre l’Italia è meglio di una pista ciclabile per misurare le proprie capacità esplorative e per evitare altro asfalto.

Nata a Gaiole in Chianti, nel cuore della Toscana grazie a un’intuizione di Giancarlo Brocci, l’Eroica ha assunto una dimensione “glocal” che unisce tradizione e appeal internazionale.

Dal vulcano giapponese alla foresta teutonica, dall’Olanda al Sud Africa, dalla ventosa Patagonia alla dolce Toscana, L’Eroica è un’esperienza per arditi e non. La filosofia dell’accoglienza italica si sperimenta nei ristori eroici, fra ottimo Chianti, ribollita e crostata di frutta.

Bici con cerchioni di legno, porta accessori di cuoio e freni a bacchetta: queste le due ruote vintage che fanno bella mostra durante i ritrovi, che inforcano corridori con occhialini tondi, guanti a rete e borraccia d’alluminio. E poi cartoline d’epoca, stemmi e cimeli d’antàn nelle bancarelle.

E le cicliste? Da Fabiana Luperini a Ausilia Vistarini, da Marianne Vost, tutte concordi nel dire che la bici è divertente e fa crescere non solo nella competizione ma anche nei valori condivisi.

Volate, trionfi, sconfitte e cadute: questa è l’Eroica, ma anche un occasione per una rimpatriata festosa. Non tirandosi indietro di fronte a salite polverose, ma con lo spirito leggero di chi sa di aver già dato tanto al ciclismo, come Moser, che disse: “il percorso lungo è da matti o da eroici veri”.

Anche Gimondi, quando vi prese parte, disse: “L’Eroica è unica perchè ci puoi respirare ancora uno spirito antico che muove gli amanti della bici intesa come gioia, calore, colore, ma anche fatica pura, polvere e sassi”.

In gara, banditi i capi in Lycra: solo fresco di lana, perché assorbe il sudore e mantiene la temperatura corporea. Bici, pre ’87, e scarpe, cappellini e accessori devono avere almeno qualche decennio. (tranne il casco omologato), per rispettare lo spirito rievocativo dell’evento.

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