Da 99 cannelle a 99 sedie: dalla famosa fontana dell’Aquila, mia città natale, ho fatto un salto virtuale attratta dall’assonanza cabalistica. Si, perché tante sono le sedie per il pubblico nella sala concerto donate da musicisti, scienziati e locali: sedie donate da Nobel o poltrone da barbiere, sedie impagliate o di design, convivono in un inusuale mix cromatico.
Un famoso cardiologo tedesco violinista ci ha regalato un luogo ad alta potenzialità creativa. In Toscana, precisamente in val di Cecina, il Poggio Montecastelli è un riferimento internazionale per scienziati e musicisti: entrambi creano nel silenzio, si concentrano naturalmente senza elementi di disturbo ed esprimono la propria “arte”.
Philipp Bonhoeffer, questo il nome del professore, vuole condividere la spiritualità della bellezza. Dell’arte, della scienza e del posto. Il suo prozio, Dietrich Bonhoeffer, era un eminente teologo protestante le cui attività di resistenza contro i nazisti lo videro giustiziato pochi giorni prima della fine della seconda guerra mondiale.
Dopo aver svolto il suo incarico e numerose attività umanitarie, adesso si dedica anima e corpo al suo sogno di recente realizzazione. Fucina di idee e catalizzatore di emozioni – e dopo un intervento di recupero architettonico importante – ora il Poggio Montecastelli è l’emblema di una Toscana meno turistica e stereotipata.
Terreno fertile per mondi solo apparentemente diversi, qui si sperimenta empiricamente che la razionalità non basta senza la fantasia, in medicina come nella musica al Poggio. Nella morfologia del sottosuolo geotermico, l’energia si scambia come in vasi comunicanti, trasformandosi in concretissima, sublime arte di vivere.