P come pandemia: proposte concrete di ricostruzione

L’Italia è a crescita zero, con un’innata allergia alle regole (ahimè, non sempre solo un pregiudizio), con zone economicamente dimenticate dallo Stato, con un tasso di disoccupazione giovanile altissimo, con un’arretratezza generazionale figlia di decenni di tv commerciale, con un’assenza pressochè totale di educazione civica, con un volontariato che supplisce alle carenze del sistema pubblico, con una classe politica litigiosa, con una debolezza istituzionale congenita, con un problema di immigrazione sottovalutato, con forti tensioni sociali, con l’economia meno produttiva dell’ Europa, con il debito pubblico più alto e con la burocrazia più complessa.

Ci mancava giusto una pandemìa… Rimettere in piedi una nazione così malmessa non è semplice. Superando l’emergenza occorrerà rilanciare il Paese. Occasione per svecchiare alcune farraginose procedure, per esempio: vediamo insieme cosa potrebbe voler dire, oggi, la parola “ricostruire”.

Per l’ECONOMIA:

proteggere le imprese, garantire liquidità, intervenire sulle norme di bilancio societario, intervenire le norme consorsuali, attivare manovre che garantiscano maggior produttività, combattere più duramente l’evasione fiscale, abbassare la pressione fiscale sotto il 40%, tornare ad essere attrattivi per gli investitori privati, incentivare le assunzioni.

Per il WELFARE:

abbattere i vincoli burocratici ed eliminare provvedimenti costosi ed improduttivi risparmiando sulla spesa pubblica, non lasciare soli i soggetti  più deboli (minori, disabili, anziani), garantire l’accesso alla salute pubblica, favorire politiche per le famiglie mono-genitoriali. 

Per l’ISTRUZIONE:

organizzare attività alternative per i ragazzi in modo sistematico e non improvvisato per poi riaprire le scuole. Rilanciare la formazione di ogni ordine e grado, in base alle reali offerte del mercato del lavoro.

Per TURISMO e CULTURA:

promuovere le eccellenze italiane nel  mondo, una maxi filiera cultura-turismo-moda-alimentare, far ripartire efficacemente il sistema turistico del Paese, dando accesso gratuito ai luoghi culturali.

Per l’INNOVAZIONE:

incentivare le donazioni private, mettere al centro le Università investendo sulla ricerca scientifica, rendendo più efficienti i processi di trasferimento tecnologico e accelerando la trasformazione delle TLC.

Infine, liberare la creatività e la forza d’animo dei nostri singoli e delle nostre comunità che, rispettando le regole, e stemperando con ironìa e ottimismo il momento drammatico, credono in una ricostruzione “incisiva”. Affinchè le tasse che paghiamo sìano giustificate e ci si senta fieri di essere italiani, malgrado tutto. Pronti anche ad un attacco alieno.   

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