Due ottimi attori, Alessio Caruso e Patrizia Bellucci, portano in scena al teatro Belli di Roma Trastevere un classico di David Ives, Venere in pelliccia, per la regia di Fabrizio Catalano e le musiche di Fabio Lombardi.
Quella che potrebbe sembrare una trama scontata, un regista che dopo tanti provini non riesce a trovare l’interprete giusta, si rivela quasi un saggio psicanalitico, intrigante e inaspettato.
Sadomasochismo dapprima strisciante poi sempre più palese, dove gli affiatatissimi interpreti giocano coi loro ruoli intercambiabili in un ritmo serrato di battute e sottintesi.
Una dea pagana, elegante, di spirito libero e buone letture, finissima conoscitrice dell’animo umano e, segnatamente, maschile: come può essere impersonata da una donna sciatta e volgare?
Eppure l’apparenza inganna, perchè dietro questa immagine si nasconde un’altra donna dal talento fosco, puro e sensuale. Il confine fra realtà e la finzione si confonde, e lo spettatore è smarrito ma coinvolto.
“Venere in pelliccia” Roma Teatro Belli, fino al 3 aprile