Per i corsisti del progetto “L’arte dentro” il giorno di S. Valentino sarà l’occasione per sperimentare in prima persona una faccia dell’amore: l’arte imparata sui testi e dalle parole dei loro docenti che diventa forma tangibile, perchè i detenuti del carcere romano di Rebibbia che prendono parte al progetto usciranno dall’istituto penale per visitare la mostra “L’età dell’angoscia”, ospitata dai Musei Capitolini di Roma e l’Ara Pacis, che hanno studiato durante il corso “La bellezza a Rebibbia” (dove nella mattinata sono previsti anche due flash mob nei quali due corsisti – interpreti del film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani – tengono i loro monologhi: Cosimo Rega, l’interprete di Cassio, parla del ruolo devastante della violenza e Giovanni Arcuri, il Cesare del film, parla del tentativo di un giovane estremista di uccidere Pier Paolo Pasolini). La visita nel più antico museo pubblico al mondo sarà possibile grazie all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, che dà ai detenuti, in alcuni circostanze, la possibilità di svolgere attività al di fuori del carcere. In questo caso, i corsisti potranno finalmente visitare e interagire con i siti museali studiati e conosciuti fino a quel momento solo sulla carta. “L’Arte dentro” è un progetto nato sette anni fa, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e turismo, sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, in collaborazione con Zètema Progetto cultura. Ogni anno, ad ogni sessione di studio, cambia il tema del corso, frequentato dagli ospiti della Casa di reclusione due ore a settimana, in un percorso di studio affiancati da un’archeologa e un botanico. A volte, con il permesso della direzione, sono presenti in aula anche artisti, autori, docenti universitari, personaggi pubblici. Il tema affrontato quest’anno, da ottobre 2014 a luglio 2015, è “L’archeologia e le origini della cosmesi”: i detenuti stanno studiando i profumi di Afrodite, i segreti degli oli, le schiave cosmetae, le terme, gli orti medicali, le piante officinali, Galeno di Pergamo medico di corte di Marco Aurelio, tinture, lozioni, infusione e triturazione. Il progetto è nato sette anni fa e gli incontri didattici – a cadenza settimanale per la durata di due ore – poggiano su obiettivi raggiungibili e costantemente misurabili grazie ad un programma inclusivo, aperto e migliorabile anche in corso d’opera. Obiettivo del percorso è poter stabilire, in chiusura, un ordine cronologico storico artistico, attraverso la conoscenza dei beni Culturali oggetto di studio. Vengono messi in atto anche strumenti per il monitoraggio e previsione delle attività di valutazione: questionari affettivi e cognitivi, strumenti concertati tra i responsabili dell’area educativa del progetto. Sono previsti anche scritti personali, brevi saggi ed esposizioni orali individuali e collettive sul tema trattato. Godere – tutti – dell’arte, anche questa è una faccia dell’amore nel giorno di S. Valentino, nel coinvolgimento comune di istituzioni e di chi, comunque, fa parte di questa città. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Rebibbia-apre-le-porte-e-va-ai-musei-capitolini-3f89f9e5-8b9e-4ac1-9110-0c0a5a5bd6b8.html
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