Il Male, Frigidaire, e la satira secondo Vincenzo Sparagna

Ho incontrato Vincenzo Sparagna all’inaugurazione romana della mostra al museo in Trastevere dei suoi lavori. E’ uno degli autori di satira italiani più noto:

 

 

Cosa rappresenta per te la satira disegnata?

“E’ l’espressione compiuta di un racconto totale della contemporaneità vista nella sua infinita differenza, è il racconto di un mondo infinitamente diverso, vi sono moltissimi lati da osservare e in molte forme”.

Non solo fumetti ma anche narrativa, fotografia, teatro, cinema.

“Sì, sono tanti i linguaggi usati con lo spirito di azzerare i passati ideologici riscoprendo lo stupore delle cose. E’ una specie di antropologia del presente eternamente in movimento, com’è il tempo”.

Qual’è – se c’è – il messaggio comunicativo?

“E’ l’espressione artistica post avanguardistica: abbiamo una visione sincronica pur avendo una consapevolezza storica del sapere umano. Ci siamo serviti delle citazioni di ogni tipo: da Joice a Picasso, da Walt Disney fino a Leonardo da Vinci”.

Come è cominciato tutto?

“Prima c’era Il Male, settimanale satirico che aveva liberato – in quel caso – il linguaggio della satira, e lì ho conosciuto il gruppo con cui ho fondato Frigidaire (Tamburini Pazienza, Scozzari), rivista che allargava ulteriormente questo spazio di libertà, e io – oltre che autore, scrittore e disegnatore – ne ero anche amministratore”. 

Quelli – gli anni ’70 – erano momenti difficili per l’Italia (anni di piombo, etc) ’70.

“Tanti movimenti giovanili che avevano avuto delle pulsioni creative straordinarie nel ’77 in realtà rischiavano di essere soffocati da un ritorno pesante dell’ideologia terzainternazionalista; rispetto all’osservazione del mondo fuori da gabbie ideologiche. ognuno ha conservato poi la sua passione civile”.

Spiegati meglio.

“Io dicevo che il nostro raffreddamento non è una questione di giudizio, ma di stile, cioè noi possiamo raccontare le stragi in Salvador con freddezza, non è che dobbiamo per forza prendere le parti del movimento guerrigliero x o y. Questo era liberare i linguaggi dai condizionamenti precedenti cercando di scoprire una certa innocenza della visione. Quindi era l’allontanamento definitivo da quel ciclo degli anni ’70 che ha portato a un ritorno ideologico così forte, ed era un salto in avanti rispetto all’osservazione del mondo fuori da queste gabbie”.  

Oggi ci sarebbe la stessa libertà di espressi ne per voi?

“Per noi sì perché la libertà bisogna prendersela, non è che nessuno te la regala: noi ce la siamo presa con tutti i rischi che questo comporta, le infinite cause penali contro di me, le persecuzioni… rischi di morire una volta e di essere arrestato un’altra…ma d’altra parte questa è la scelta che uno fa, se uno vuole vivere una vita tranquilla è meglio che non si muove proprio, sta a casa immobile e in quel caso è sicurissimo”.

Con Charlie Ebdo che rapporti avete e – soprattutto – che opinione avete su di loro?

“Ho frequentato la redazione molte volte dai primi anni ’80 andavo spessissimo a Parigi, li conoscevo tutti, alcuni sono stati ammazzati dall’islamismo, purtroppo, tragedia contemporanea su cui pochi riflettono a fondo. Comunque io ho il massimo della stima per la redazione”.

Quali le differenze con voi?

“Naturalmente loro hanno un’impostazione tutta francese – storicamente interessante – di dissacrazione, di vignette di un certo tipo che secondo me è molto feconda, è un modo per restare fedeli a questa patria del diritto che è stata, in fondo, la Francia”.

Come descriveresti in pochi tratti la situazione bellica attuale?

“Conseguenza della tragicomica e grottesca fine del capitalismo, una certa ripetizione di certi fenomeni degli anni trenta del secolo scorso che risuccedono il secolo dopo in un contesto tutto diverso, molto pericoloso e più grave; ci sono delle forze che spingono verso uno scontro anche pesante, adesso ci si è aggiunto quel matto di Trump a complicare tutta la storia”.

E l’Unione Europea?

“L’Europa è scombinata come sappiamo, purtroppo, non riesce a trovare il bandolo della sua matassa, quindi diciamo che la situazione per ora è molto molto complicata, ecco”.     

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