“Guarda serie tv e film quando vuoi, dove vuoi” è lo slogan di Netflix, il maggior servizio di streaming statunitense più chiacchierato della Rete, da ieri sbarcato in Italia. Si cerca chi ha ciò che si vuole vedere in tv, che viene erogato localizzando il nostro indirizzo Ip. E, se l’economista Rifkin parlava di “accesso contro possesso”, ora le nuove generazioni non tanto interessate a possedere beni materiali, ma ad avere accesso a servizi anche condivisi, potranno dirsi soddisfatte. Intervista a Marco Mele, giornalista de Il Sole 24ore specializzato in media e comunicazione – Cosa ne pensa di Netflix ? Penso che il sistema televisivo italiano fin’ora è stato protetto nello sviluppo dei suoi principali poli televisivi (anche se alcuni sono controllati da operatori stranieri come Sky), si trova ormai attaccato sul versante della rete da nuove offerte che in parte replicano le proprie, in parte sono una novità assoluta, e sono offerte a basso prezzo e con un catalogo enorme in cui il consumatore può scegliere e quindi obbliga gli operatori televisivi tradizionali a difendersi e, in qualche modo a rinnovare la propria offerta. Il rischio, per esempio, per la Rai quale potrebbe essere? Di non riuscire a intercettare in tempo utile i nuovi modelli di consumo e soprattutto a continuare a perdere giovani utenti spettatori che deve conquistare o riconquistare modificando non soltanto la propria offerta, ma il proprio modo di produrre, realizzare i prodotti, realizzare i programmi in modo da avere un tipo di contenuto che sia valido sia per le reti come Rai1, Rai2, Rai3, ma che ci sia un contenuto valido anche per le reti on line, per il servizio on line dove opera Netflix. Supporti: da riceventi ad emittenti? In questo processo i televisori, i pc, i tablet, gli iphone non sono semplici ‘terminali’ passivo che riceve immagini dalla Rai o NetfLix e le rimanda allo spettatore, ma sono ‘protagonisti’. Ci sono televisioni che si connettono alla rete, ci sono iphone che possono collegarsi e farti vedere non solo Netflix ma anche il video offerto da una tv neozelandese, cioè il ricevitore, quello che noi usiamo per vedere i video della Rai o di Netflix è a sua volta un generatore di immagini che arrivano da reti televisive o da utenti da tutto il mondo, Cioè accanto a Netflix c’è ancora YouTube, non è scomparsa perché c’è Netflix. – See more at: http://rainews.cms.rai.it/preview/mariav.dematteis/dl/rainews/articoli/ContentItem-6e43145a-3707-4bb3-8b42-b2d9d84752a3.html
Articoli recenti
Archivi
- Maggio 2023
- Aprile 2023
- Marzo 2023
- Gennaio 2023
- Dicembre 2022
- Ottobre 2022
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Dicembre 2021
- Settembre 2021
- Luglio 2021
- Maggio 2021
- Aprile 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Agosto 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Novembre 2019
- Febbraio 2019
- Gennaio 2019
- Luglio 2018
- Maggio 2018
- Aprile 2018
- Marzo 2018
- Febbraio 2018
- Dicembre 2017
- Luglio 2017
- Giugno 2017
- Gennaio 2017
- Dicembre 2016
- Novembre 2016
- Ottobre 2016
- Dicembre 2015
- Novembre 2015
- Ottobre 2015
- Settembre 2015
- Giugno 2015
- Maggio 2015
- Aprile 2015
- Marzo 2015
- Dicembre 2014
- Novembre 2014
- Aprile 2014
- Novembre 2013